La nonna Maria era una nonna speciale. Abitava una una caratteristica casa di campagna immersa nelle crete senesi, un vero e proprio zoo all’aperto abitato da galline, polli, conigli, gatti e cani, torrenti e cascatelle. Davvero una piccola oasi. Tutte le volte che andavo a trovarla mi faceva trovare un vassoio di ricciarelli caldi, fumanti e profumati, appena usciti dal suo forno a legna. Come tutte le case di campagna di una volta, era contornata da una grande aia dove troneggiava una maestosa quercia, un albero guardiano, e dove i tacchini la facevano da padroni. Sapete, i tacchini sono animali minacciosi, soprattutto se visti con gli occhi di un bambino. Comunque sia, oltre a tutto questo, nell’aia dei nonni c’erano anche delle strane coltivazioni: un praticello di camomilla matricaria per esempio, una zona dedicata alla malva ed un’altra tutta per il tarassaco. Quando le chiedo: a cosa servono questi fiorellini? MI diceva: la camomilla è calmante, la malva toglie le infiammazioni, il tarassaco depura.

In effetti, la scienza medica di ogni civiltà e qualsiasi epoca ha posto il drenaggio e la depurazione alla base del benessere dell’individuo.

I concetti di riequilibrio dell’organismo e eliminazione delle tossine si ritrovano, non a caso, a fondamento tanto della medicina cinese che di quella ippocratica. Questo è sicuramente un concetto intuitivo: un ecosistema, inquinato da una qualsiasi sostanza, sia essa prodotta dal sistema stesso o proveniente dall’esterno e accumulata in modo eccessivo, vede nella presenza di quella sostanza il suo primo e fondamentale problema. Ma è anche un concetto studiato e analizzato dalla moderna medicina. C’è stato per esempio uno scienziato molto speciale, il biologo russoIl’ja Il’ič Mečnikov, premio Nobel nel 1908 per aver scoperto le basi dell’immunità umana, che era ossessionato dall’invecchiamento precoce.

Investigando la questione con una passione che pochi altri hanno avuto scoprì che, alla base dell’invecchiamento, esiste un problema di accumulo  all’interno delle cellule dell’organismo di tossine che, prodotte dai batteri intestinali, si riversano nel torrente sanguigno causando problemi a tutti gli organi, apparati e tessuti.

Mecnikov scoprì anche che esiste un alimento che è davvero molto importante nella prevenzione di questa autointossicazione, lo yogurt, sul quale torneremo in un altro articolo.

Possiamo quindi dire che le scuole mediche dell’occidente, dell’oriente, antiche e moderne sono tutte d’accordo sull’importanza del drenaggio organico, posto alla base anche del benessere psichico. Infatti, le tossine accumulate vanno in primis a danneggiare l’equilibrio del sistema nervoso, sia autonomo che centrale, causando tutta una larga serie di sintomi che può andare dal mal di testa all’infiammazione dei nervi periferici (come la sciatica), fino a cambiamenti d’umore, depressione e insonnia, come ormai sostengono tanti studi scientifici. L’importanza della depurazione o del drenaggio dell’organismo è attestata anche dalla fisiologia stessa del corpo umano: tanti sono gli organi che partecipano all’eliminazione delle tossine, i cosiddetti “organi emuntori”, per cui questa funzione deve essere centrale. L’apparato urinario con i reni, la pelle con le ghiandole sudoripare, il sistema digerente con il fegato e l’intestino, il sistema linfatico, importantissimo, e la milza, l’apparato respiratorio con i polmoni, tanto per citare soltanto gli apparati e gli organi maggiormente interessati. Ma non dimentichiamoci che ogni cellula ha il suo “apparato emuntore”: il sistema lisosomiale. Bene, abbiamo capito che supportare il nostro organismo in questa basilare funzione fisiologica è importante. Ma esistono dei momenti dell’anno più adatti per mettere in atto strategie depurative e, se si, perchè?

Secondo la tradizione, la risposta è affermativa poichè esistono due stagioni dell’anno particolarmente adatte alla depurazione: la primavera e l’autunno.

Queste stagioni infatti, se ci pensiamo, hanno delle caratteristiche similari, come scrive un famoso medico: “l’autunno ha un’affinità vibratoria con la primavera, poiché è caratterizzato da una grande incostanza climatica ed i suoi inquietanti mutamenti elettrici e termici si riflettono, attraverso la cute e le mucose nasali ed orali, sul sistema nervoso vegetativo che, assieme al simpatico ed al parasimpatico, comanda e regola l’attività funzionale di tutti gli organi”[1]. Questo disequilibrio stagionale comporta il fatto che il fegato, per esempio, organo centrale nell’eliminazione delle tossine dal nostro organismo, rallenterà in queste stagioni la sua funzione depurativa: “la sua mirabile capacità nell’ammorzare i tossici che vengono su dal tubo dell’intestino, sarà in altri termini ridotta, e il sangue, non perfettamente purificato, fluendo per territori nervosi, accenderà ora un’emicrania, ora una sciatica, ora un’invincibile sonnolenza”[2].

Quali sono le piante officinali indicate dalla tradizione come depuratrici?

La tradizione erboristica ci offre una lunga lista di piante officinali ad azione depurativa aventi per bersagli i vari organi emuntori, delle quali parleremo nei prossimi articoli. Bardana, Betulla, Equiseto, Noce, Quercia, Sambuco ne sono alcuni esempi. Ma questa volta ci concentreremo sul fegato, organo davvero importatissimo nel drenaggio organico. Molte sono le piante che esercitano un’azione drenante proprio su questo organo, prime tra tutte il Tarassaco, il Carciofo e tutti i cardi, tra i quali il bellissimo Cardo Mariano.

Concentriamoci per adesso sul Tarassaco, Taraxacum officinale L., una pianta molto comune nei nostri prati.  Di esso si utilizza tutto: le foglie (che si possono mangiare in insalata o cotte), i fiori (con i quali si producono anche una sorta di capperi) e la radice. Soffermiamoci sulle sue proprietà. La radice del Tarassaco è ricca di sostanze amare con importante azione stimolatrice dell’apparato digerente nella sua totalità, ma anche di un prebiotico tra i più importanti, l’inulina. Si tratta di una fibra non digeribile, capostipite dei FOS, che è in grado di favorire selettivamente la crescita e l’attività di uno o più batteri presenti nel tratto intestinale, favorendo il riequilibrio della flora batterica intestinale. La sua stessa composizione fa si che alla radice di Tarassaco vengano attribuite proprietà depurative, coleretiche e colagoghe, diuretiche, blandamente lassative e appunto, riequilibranti della flora batterica intestinale. Ha però un’importante controindicazione in caso di infiammazione o occlusione delle vie biliari. Come si utilizza la radice di tarassaco nella tradizione erboristica? Ecco a voi una formulazione classica tratta da un testo molto interessante[3].

Decotto di Tarassaco

Radici di Tarassaco g 50 da bollire (in un recipiente non metallico senza coperchio) per 30 minuti in due litri d’acqua per avere 1 litro di colatura.

Di questo decotto si possono assumere una, due tazze al giorno a digiuno nei periodi di transizione, autunno e primavera. Detto questo, è bene non tralasciare il fatto che è poco utile applicare una strategia fitodepurativa e contemporaneamente accumulare tossine con un’alimentazione non idonea, a base di cibi preconfezionati, eccessivamente ricchi di zucchero, grassi (soprattutto idrogenati e saturi) e difficili da digerire, passando poco tempo all’aria aperta, conducendo una vita troppo sedentaria e non utilizzando tecniche respiratorie altrettanto importanti. Di questo infatti parleremo prossimamente.

Il Tarassaco è una pianta officinale che ha delle controindicazioni importanti, affidati sempre all’esperienza del tuo erborista di fiducia e del tuo medico.

Stefania

Ricordiamo che questo blog nasce con l’intento di affrontare argomenti che riguardano l’erboristeria, la respirazione, l’alimentazione e gli altri esposti nella presentazione. Sottolineiamo quindi che le informazioni ivi contenute sono presentate solo a scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la auto-prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente, la visita specialistica e la consulenza di un esperto, dalle quali non si può mai prescindere.

[1] Gli sconvolgimenti meteorici nella patogenesi, l’avvenire della Meteoropatologia, Tommaso Palamidessi, all’interno de “Il corso degi astri e le malattie nell’uomo”, edizioni Archeosofica, S. Palamidessi & C., Roma, 1990, pag. 43.

[2] Salute <900>, Dott. Mario Musella, Ed. Hoepli, Milano 1939.

[3] Piccolo Erbario Medicinale, Tommaso Palamidessi, Archeosofica, 16/02/1969.

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