Da qualche giorno è iniziata l’estate e si avvicina una data importante, quella del 24 giugno, giorno dedicato a San Giovanni Battista. Questa data è festeggiata in moltissime città e campagne. A Firenze per esempio, vengono esplosi i famosi Fuochi di San Giovanni che illuminano la notte con la loro luce ben augurante.

Ma chi era san Giovanni Battista? Più o meno tutti sappiamo che fu il precursore di Cristo. Vestito di pelli di cammello, cibandosi di miele selvatico e locuste, predicava la venuta imminente del Messia.  Un personaggio particolare, un po’ misterioso. Infatti, anche se sappiamo che fu figlio di Zaccaria ed Elisabetta, cugina della Vergine, poco altro ci raccontano le Scritture di lui.

Le grotte di Qumrân

Nel 1946, in una sperduta grotta nei pressi di Kumram nell’attuale Cisgiordania, furono scoperti casualmente una serie di rotoli appartenenti ad una delle sette ebraiche esistenti al tempo di Cristo, quella degli Esseni, fin ad allora caduta nell’oblio. In realtà ne parlava già Flavio Giuseppe nelle sue Antichità Giudaiche del I sec. d.C., descrivendo usi e costumi di questo gruppo di monaci che rigettava la gerarchia sacerdotale del Tempio di Gerusalemme, viveva separata dalla vita della città a Qumrân sulle sponde del Mar Morto nei pressi della foce del Giordano (dove Giovanni Battista battezzerà il Cristo), e attendeva imminente la venuta del Messia promesso dagli antichi Profeti biblici. Ai tempi dell’infanzia di Giovanni il giudaismo era infatti diviso in partiti differenti ed attraversato da molteplici correnti. Oltre agli Esseni vi erano i Farisei, i Sadducei, gli Zeloti, gli Erodiani ed i Samaritani. Secondo molti studiosi, fu però proprio dalle file degli Esseni che uscì il Battista.

Per esempio, il Cardinale e teologo Jean Daniélou nella sua opera “Les manuscrits de la Mer Morte et les origines du christianism”, Parigi 1957, dimostra, con una serie di prove e ragionamenti, che sicuramente ci furono contatti stretti tra Giovanni il Battista, il Cristo e questa setta.

Infatti, c’è un dettaglio molto significativo che collega il Battista con i monaci Esseni, ovvero il battesimo nell’acqua. Questa corrente dell’ebraismo era famosa per le abluzioni, cioè l’utilizzo dei bagni rituali per ottenere una purificazione esteriore ed interiore.

Certo, l’acqua è un liquido che ha caratteristiche molto particolari, che studiosi contemporanei di mentalità sinceramente scientifica, stanno studiando. Magari ne scriveremo prossimamente.

Tornando all’uso delle abluzioni, Giovanni il Battista battezzava nelle acque del Giordano utilizzando una pratica che non era tanto usuale nell’ebraismo del Tempio. Gli Esseni, del resto, furono una comunità monastica con una vita rituale particolare. Erano anche chiamati Terapeuti, come ci tramanda Filone, perché erano conosciuti dai contemporanei per le loro capacità di curare e guarire.

Flavio Giuseppe li descrive in modo toccante:

“Per la loro pietà verso Dio sono straordinari; al sorgere del Sole non dicono una parola in materia profana, ma pregano come gli è stato insegnato dai loro antenati, come se invocassero il sorgere del Sole”.

Per gli Esseni, infatti, l’astro celeste era il simbolo vivente della Divinità e del Messia che loro attendevano, tanto da autodefinirsi “Figli della Luce”. Quella stessa luce che fa da padrona nella notte di San Giovanni, durante la quale si accendevano nelle campagne fuochi a celebrare la Luce.

Del resto, questi sono i giorni del Solstizio d’estate, periodo nel quale il sole è alla sua massima potenza e la durata del giorno è molto superiore a quella della notte: sulle 24 ore abbiamo infatti 15 ore e 27 minuti di luce.

L’Iperico detto anche “Erba di san Giovanni”

Non sarà allora un caso che la tradizione, in questa data dedicata al sole e al Battista, il 24 giugno, ci indichi che questo è il momento migliore per raccogliere l’Iperico, una pianta officinale retta astrologicamente dal Sole (e da Marte, che tanto ha a che vedere con Firenze, ma questa è un’altra storia ancora), e realizzare il famoso oleolito di Iperico, tanto utile per alleviare scottature e altri disturbi della pelle. Questa pianta è ricca di un principio attivo dalle spiccate doti vulnerarie, l’ipericina, il cui colore rosso la tradizione associa simbolicamente al sangue versato dal Battista.

Ma in questa magica notte è anche il momento ideale per preparare l’acqua di San Giovanni e, all’alba del 24 Giugno, utilizzarla per lavarsi il viso, come in una sorta di abluzione rituale che ormai è diventata una semplice tradizione bene augurante.

Non ci resta che augurarvi una buona raccolta. Per conoscere le ricette per la realizzazione delle preparazioni, cliccate sul link.

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