Introduzione

Siamo un gruppo di amici che hanno in comune la passione per la scienza erboristica, passione scaturita grazie soprattutto allo studio dei testi di Tommaso Palamidessi, autore di diversi trattati sull’argomento, alcuni dei quali pubblicati postumi.

La scorsa estate abbiamo deciso di approfondirne uno in particolare, il Piccolo Erbario Medicinale, con lo scopo di capire meglio la logica con cui l’autore lo ha scritto e organizzato per poterlo utilizzare in modo semplice, corretto ed efficace. Questo testo infatti non è solo un trattato di Erboristeria, ma è anche un vero e proprio manuale pratico che vuole mettere in grado anche il meno esperto di applicare su se stesso le cure fitoterapiche in modo valido, utile e sicuro. L’autore del resto scrive che questo Piccolo Erbario, in sole 24 piante della flora italica, compendia tutta la terapia delle malattie acute  e croniche e inoltre vuole destare nel lettore l’interesse per la ricerca e la sperimentazione in questo campo, proprio come è successo a noi.

Quindi, per mesi, al di là delle distanze, abbiamo deciso di ritrovarci per realizzare questa ricerca, che qui vi esponiamo.

La ricerca

All’interno del testo di Palamidessi non ci sono solamente le Monografie delle piante che ne spiegano la composizione chimica, le proprietà curative, le indicazioni terapeutiche ed i modi d’uso, ma anche un Indice delle malattie e dei disturbi dove, in ordine alfabetico, sono elencate tutte le patologie curabili con l’utilizzo delle 24 piante ed i relativi rimedi.

Per esempio, se soffriamo di una cefalea è sufficiente andare alla relativa voce all’Indice per scoprire che le piante più idonee per trattare questo disturbo sono la Menta e la Valeriana. Inoltre, per aiutarci ad individuare la cura più efficace, è presente anche una Guida per la ricerca dei rimedi, dove sono elencati i vari apparati fisiologici e per ciascuno di essi, le proprietà terapeutiche adatte a curarne le relative disfunzioni e le specie medicinali che le posseggono. Per esempio, all’apparato respiratorio troviamo la definizione esatta della proprietà balsamica: disinfettante locale e generale con azione elettiva sulle vie respiratorie e sulle vie urinarie attraverso cui viene eliminato. Vi si legge anche che le piante che hanno questa attività sono: Liquirizia, Pino, Menta, Ulivo e Viola Mammola. Per capire quindi le capacità curative di una specie medicinale abbiamo prima consultato la sua Monografia e dopo la Guida per la ricerca dei rimedi, individuando in quest’ultimo capitolo le proprietà terapeutiche indicate per quella stessa pianta. Sempre per comprendere l’azione della pianta nella sua interezza, abbiamo consultato anche l’Indice e, qualche volta, trovato delle sorprese.

Per esempio, la Betulla. Sebbene nella sua Monografia non siano indicate proprietà curative adatte a curare la tosse e nella Guida per la ricerca dei rimedi non sia indicata nessuna azione relativa all’apparato respiratorio, né balsamica né espettorante, da parte di questa pianta, all’Indice delle malattie e dei disturbi essa viene indicata tra i rimedi per la tosse. Questa particolarità ci ha spinti a ricercare la spiegazione del perché la Betulla possa avere questa azione. Rileggendo la Monografia, abbiamo così visto che, nella composizione chimica di questa pianta, è presente una resina con proprietà consimili al Balsamo Copaive, sostanza tradizionalmente utilizzata per la cura di questo disturbo. Da qui abbiamo dedotto che la Betulla è indicata all’Indice alla voce tosse, ma come rimedio sintomatico e magari in associazione con altre piante, mentre non cura le disfunzioni a livello dell’apparato respiratorio. Ci proponiamo di approfondire l’associabilità delle specie officinali in un altro scritto, perché in questo testo è presente un intero capitolo dedicato a questo tema, pressoché sconosciuto alla gran parte degli studiosi. Non è che abbiamo capito tutte le proprietà curative e le singole azioni delle piante, perché questo è uno studio che potrebbe proseguire all’infinito, vista la complessità e vastità delle cure erboristiche. Però, per farci un’idea complessiva e riassuntiva delle proprietà di una pianta, per noi è stato utile seguire questo iter: studio delle Proprietà curative (Monografia delle singole piante) > Guida per la ricerca dei rimedi > Indicazioni terapeutiche (Monografia) > Indice delle malattie e dei disturbi e poi, quando ci siamo trovati di fronte a delle indicazioni apparentemente inconsuete, come nell’esempio sopra riportato della Betulla, abbiamo consultato anche la composizione chimica presente nella monografia per cercare di capirne l’origine.

E’ vero infatti che, negli ultimi anni, sempre più la scienza erboristica sta riscoprendo il valore dell’utilizzo della pianta medicinale in toto, in virtù degli effetti terapeutici legati al fitocomplesso, ovvero al fatto che le droghe vegetali sono costituite da una quantità molto vasta di sostanze che partecipano nel loro insieme alle proprietà curative della pianta stessa, in alcuni casi addirittura determinando proprietà non spiegabili con l’azione dei singoli componenti[1].

Dovremmo anche tener presente che le piante sono esseri viventi la cui controparte energetica svolge un ruolo da non sottovalutare nell’efficacia delle cure fitoterapiche.

Però è anche vero che, come si diceva prima, talvolta la presenza di certe sostanze può spiegare alcuni effetti terapeutici secondari.

Per chiarire come abbiamo proceduto nello studio facciamo un esempio con una pianta specifica, la Bardana, molto conosciuta come pianta amica della pelle.

PROPRIETÀ CURATIVE

(dalla Monografia della pianta)

GUIDA PER LA RICERCA DEI RIMEDI (apparati e proprietà terapeutiche) INDICAZIONI TERAPEUTICHE (dalla Monografia della pianta) INDICE DELLE MALATTIE E DISTURBI TRATTATI NELL’ERBARIO

Abbiamo quindi cominciato a inserire nella colonna delle Proprietà curative quelle indicate nella monografia della pianta. Per praticità, riportiamo solo lo studio riguardante le proprietà curative della radice, perché della Bardana si possono utilizzare anche le foglie e i semi, che sono trattati nel Piccolo Erbario. Dopo siamo andati alla Guida per la ricerca dei rimedi e abbiamo riportato in tabella le proprietà terapeutiche, mettendole in relazione con le proprietà curative indicate alla monografia.

Abbiamo così visto che, sia la proprietà emocatartica, relativa all’apparato cardio-circolatorio, che quelle antiuricemica, antiurica, depurativa, relative all’apparato del ricambio fisiologico, come pure quella antiartritica e antireumatica, sono in relazione all’importante proprietà depurativa della Bardana.

Per spiegare il collegamento che abbiamo fatto, dobbiamo soffermarci un momento su un particolare “apparato” che viene indicato nel Piccolo Erbario, quello appunto definito del “Ricambio Fisiologico”. In realtà, non si tratta di un apparato inteso come un insieme di organi, come per esempio quello Respiratorio costituito dalle vie respiratorie (trachea, bronchi, polmoni), ma piuttosto di quei sistemi che partecipano all’importante funzione di eliminazione delle scorie metaboliche cioè albumina, azoto, zucchero, colesterolo, urati e acido urico. Tommaso Palamidessi, nel primo volume di Guarire con le Piante Medicinali spiega che la depurazione è alla base delle cure fitoterapiche perchè, molto spesso, lo stato morboso è il risultato di una intossicazione dell’organismo e il drenaggio è una pratica curativa fondamentale perché permette di stimolare le funzioni dei tessuti e degli organi emuntori (reni, fegato, intestino, apparato tegumentario) facilitando così l’espulsione delle tossine, di qualunque natura esse siano. Per esempio le disfunzioni a livello del ricambio fisiologico possono determinare un eccesso di acido urico nel sangue. Questa condizione porta alla cristallizzazione dell’acido urico che si deposita nel tessuto connettivo e nelle articolazioni causando patologie quali l’artrite (infiammazione) e i reumatismi (dolore a livello dei muscoli e delle articolazioni) e sfociando in uno stato morboso che prende il nome di gotta. Ecco perché queste malattie a carico dell’apparato osteo-locomotore possono trarre grande giovamento dalle cure con la Bardana, proprio perché questa pianta è dotata di proprietà depurative del sangue. Nella tabella sono inoltre riportate le altre proprietà curative in relazione agli apparati tegumentario, urinario e del ricambio questa volta in virtù dell’azione ipoglicemizzante della pianta. In seguito abbiamo analizzato le Indicazioni Terapeutiche riportate alla Monografia della pianta. Da tali indicazioni risulta chiaro che questa pianta trova applicazione nella gotta per i meccanismi sopra citati, ma anche nel linfatismo con scrofola[2] perchè molto probabilmente la proprietà depurativa di cui è dotata determina, nel caso di questa patologia, un aiuto nei confronti delle ghiandole linfatiche ad eliminare lo stato di tossicità causato dall’agente patogeno che ne è all’origine. La Bardana ha inoltre la proprietà di far urinare, infatti è indicata come diuretica alla Guida per la ricerca dei rimedi. Trova quindi, a nostro avviso, indicazione nella cura di calcoli renali, come si legge nelle Indicazioni Terapeutiche, perché sappiamo che un aumento della diuresi può favorirne l’eliminazione. Infine abbiamo consultato l’Indice delle Malattie e dei Disturbi trattati nell’Erbario, controllando tutte le voci in cui compariva la Bardana e cercando di collegare ogni singola voce con la specifica proprietà curativa (già messa in relazione, ove possibile, con le proprietà indicate nel capitolo Guida per la ricerca dei rimedi e con le indicazioni terapeutiche descritte nella Monografia come si può vedere nelle varie colonne della Tabella riportata). Per chiarezza, facciamo un ulteriore esempio, fermo restando che le nostre deduzioni sono sempre suscettibili di modifiche in seguito ad ulteriori studi.

All’Indice delle malattie e dei disturbi la Bardana è segnalata alle voci “acne” e “foruncolosi” come viene anche confermato nelle Indicazioni Terapeutiche alla monografia della piantaNelle Proprietà curative infatti si legge che la Bardana è utile per la cura delle malattie della pelle in genere. In questo caso però, non ha soltanto un’azione generale ma un’azione specifica come antisettico cutaneo (come indicato nella Guida per la Ricerca dei Rimedi alla relativa voce dell’Apparato Tegumentario). Questi disturbi infatti sono spesso causati da un’infezione batterica.

Tale metodo di ricerca, esemplificato dalla tabella, ci ha così permesso di mettere in relazione i capitoli sopra citati del Piccolo Erbario. Per di più questo modo di procedere  ci ha consentito in diversi casi di chiarire azioni curative indicate soltanto nell’Indice dei Disturbi e apparentemente senza una diretta connessione con le proprietà medicinali della pianta in oggetto.

Per esempio nell’Indice, alla voce “diabete mellito”, tra i rimedi viene indicata anche la Valeriana, pianta però nota per le sue proprietà sedative e come calmante nervino e non certo per avere proprietà antiglicemiche.

Quale connessione quindi ci può essere tra il diabete mellito e la Valeriana? La tradizione medica ci spiega che eventi stressanti possono favorire l’esordio del diabete mellito. Tommaso Palamidessi già negli anni ‘50 in un articolo pubblicato sulla Tribuna Illustrata, scriveva che le preoccupazioni della vita possono rappresentare un fattore scatenante di questa malattia. La medicina spiega in dettaglio il legame tra stress e diabete: gli stimoli stressanti, attraverso l’attivazione di diverse risposte neuroendocrine (rilascio degli “ormoni dello stress”, cortisolo, adrenalina e somatotropina, con conseguente elevazione della glicemia che va ad  inibire il rilascio di insulina e ad attivare il rilascio di glucagone), possono precedere l’esordio di un diabete silente in un individuo predisposto, o favorire un peggioramento in un diabete conclamato. Ecco chiarito il ruolo della Valeriana che, con le sue proprietà calmanti, può alleviare i sintomi dello stress e quindi, bloccare sul nascere tutto questo meccanismo. Perché non dobbiamo dimenticarci l’importanza della psicosomatica, cioè della fondamentale relazione esistente tra mente, corpo e stato di salute. Nell’affrontare questo discorso, dovremmo anche prendere in considerazione la Cosmobiopatologia, ovvero l’influenza del Sistema Solare e degli Astri sull’essere umano, ma ci proponiamo di affrontare in maniera più approfondita questo argomento in un altro studio.

Del resto questo articolo vuole essere soltanto un breve esempio della ricerca che abbiamo effettuato sulle piante del Piccolo Erbario, fermo restando che può essere approfondita, corretta e migliorata con ampio margine, e vuol essere un invito alla collaborazione verso tutti coloro che condividono questo interesse.

Per noi è stato appassionante portare avanti questo studio che ci ha condotti per mano di scoperta in scoperta, facendoci spesso meravigliare della vastissima conoscenza dell’autore, il quale ha mirabilmente condensato in poche decine di pagine non solo un trattato di Erboristeria chiaro e completo, ma anche un trattato sintetico di medicina e cosmobiopatologia, esponendoci inoltre le sue ricerche in un settore, per noi ancora da studiare e comprendere a fondo, quale quello dell’associabilità delle piante medicinali.

Ci preme concludere questo nostro lavoro con una frase scritta da Tommaso Palamidessi proprio nel Piccolo Erbario Medicinale. Si tratta di poche parole che però testimoniano l’intenzione che ha mosso l’opera e gli studi di un autore a cui è difficile attribuire un aggettivo:“Tutto ciò che scrivo è sempre una esperienza personale e, quindi non un’invenzione. Ritengo utile che sperimentiate anche voi stessi, nell’interesse del progresso di tutti[3]”.

Anna Vignoli, Manuel Zolli, Manuela Matti, Stefania Fineschi

1] Una ricerca che chiarisce questo concetto è quella effettuata sulla Kigelia africana. I ricercatori che hanno studiato questa pianta, nota in Africa per le sue proprietà anticancerogene, scoprirono che i suoi estratti mostravano realmente in vitro proprietà citotossiche. Cercando di comprendere quale fosse il principio attivo responsabile di questa azione, procedettero a suddividere il fitocomplesso in varie frazioni, perdendo però totalmente l’attività citotossica. La ricerca ha messo quindi in evidenza che i sistemi complessi sono dotati di proprietà che emergono soltanto quando sono integri e che si perdono nel momento in cui vengono separati nelle loro singole parti. Ecco perché queste sono state definite “proprietà emergenti”. Tratto da “Conoscere le piante medicinali”, A. Lugli, Aboca 2013.

[2] Scrofola: processo infiammatorio di natura tubercolare a carico delle ghiandole linfatiche e spesso anche di quelle localizzate a livello delle articolazioni e delle ossa. Tratto da Enciclopedia della Medicina, De Agostini, ediz. 1995.

[3] Piccolo Erbario Medicinale, Tommaso Palamidessi, Roma 16/02/1979, pag. 41.

Questo blog nasce con l’intento di affrontare argomenti che riguardano l’erboristeria, la respirazione, l’alimentazione e gli altri esposti nella presentazione. Sottolineiamo quindi che le informazioni ivi contenute sono presentate solo a scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la auto-prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente, la visita specialistica e la consulenza di un esperto, dalle quali non si può mai prescindere.

PROPRIETÀ CURATIVE GUIDA PER LA RICERCA DEI RIMEDI (apparati e proprietà) INDICAZIONI TERAPEUTICHE (dalla descrizione generale della pianta) MALATTIE E DISTURBI INDICATI DALL’INDICE relativi all’apparato e/o alla funzione
Malattie della pelle Tegumentario (antisettico cutaneo) Giova contro l’acne o foruncoletti del viso, eczema squamoso o impetiginoso, rosolia, eruzioni della pelle, seborrea Acne, ascesso, foruncolosi, eczema, lebbra, crosta lattea, croste in genere, rosolia, seborrea
Depurativa del sangue Cardio-circolatorio: emocatartica
Ricambio fisiologico: antiuricemici-antiurici Gotta Acido urico, gotta
Ricambio fisiologico: depurativi Linfatismo con scrofola Adenite, cancro o tumore maligno, herpes (dartri), lebbra, sciatica, scrofola, tubercolosi
Osseo-locomotore: antiartritico-antireumatico Lombaggini, poliartrite reumatica, reumatismo articolare, periostite (sterno)
Fa sudare Tegumentario: diaforetico Sudore scarso
Fa urinare Urinario Calcoli renali
Contro la sifilide Tegumentario Alopecia, peli

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